La Nuova Piramide alimentare, chiamata Mediterranea
La Dieta Mediterranea è stata riconosciuta come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO 15 anni fa e mai come oggi si sente il bisogno di rimetterla davvero al centro della nostra alimentazione quotidiana. A tal proposito la SINU – Società Italiana di Nutrizione Umana – ha presentato ufficialmente, in occasione del Congresso Nazionale che si è tenuto a Salerno a maggio scorso, la nuova Piramide Alimentare della Dieta Mediterranea Italiana, un documento simbolico, pratico, visivo, educativo e che cerca di rispondere a una domanda urgente: come possiamo riportare le persone, in particolare i giovani, a mangiare in modo più sano, più sostenibile e più vicino alla nostra cultura alimentare?
La nuova versione della piramide, nasce come strumento grafico e comunicativo per rappresentare i principi di una dieta sana, culturalmente radicata e sostenibile. È stata costruita secondo le evidenze scientifiche più recenti e con uno sguardo attento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.
Al suo interno troviamo gli alimenti che dovrebbero essere consumati più spesso – come verdura, frutta, cereali integrali, legumi e olio extravergine d’oliva – posti alla base della piramide. Più si sale, più la frequenza e le porzioni diminuiscono, fino ad arrivare ai cibi da limitare, come carni rosse e lavorate, dolci, bevande zuccherate e superalcolici.
Il risultato è una rappresentazione moderna della Dieta Mediterranea, che tiene conto anche delle differenze culturali, socio-economiche e delle esigenze ambientali.
La nuova rappresentazione grafica valorizza ancora di più i capisaldi vegetali della dieta mediterranea: frutta, verdura, cereali integrali, legumi e olio extravergine d’oliva, i quali non sono solo “presenti”, ma centrali. Il consumo di carne rossa e lavorata viene invece ridotto, mentre si dà spazio ad un approccio flessibile e sostenibile, che tiene conto anche dell’impatto ambientale delle scelte alimentari. La piramide aggiornata include inoltre:
- Maggiore attenzione alla moderazione di zuccheri, sale e alcol
- Integrazione con i valori culturali e sociali dell’alimentazione
- Adattabilità a diversi contesti, età e livelli socio-economici

Il Congresso ha messo in evidenza un altro dato interessante: i comportamenti correlati all’alimentazione incidono tanto quanto ciò che si mangia. Per esempio, fare colazione, pranzare in famiglia, dormire bene e fare sport sono abitudini associate a una maggiore adesione alla dieta mediterranea.
Non solo: chi ha frequentato lezioni scolastiche dedicate all’alimentazione tende ad avere un’alimentazione più equilibrata, quindi è necessario progettare campagne educative e scolastiche mirate, capaci di avere un impatto concreto sulle scelte alimentari dei ragazzi.
Perché serviva aggiornare la vecchia piramide?
L’intento è chiaro: la piramide non è un dogma, ma una guida visiva semplice, flessibile e fondata sulla scienza. Non è una dieta da seguire alla lettera, ma una bussola per orientarsi ogni giorno, tenendo conto del contesto in cui viviamo. Serve a far capire che non occorre essere perfetti, basta avvicinarsi un po’ di più ogni giorno a un modello che ci fa bene. Come hanno spiegato i curatori, l’obiettivo è quello di promuovere scelte consapevoli, in armonia con i ritmi della natura, i saperi tradizionali e i valori della condivisione. Il tutto senza dimenticare il piacere del cibo, che è parte integrante del nostro benessere.
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