Rubriche

Il miele: un super prodotto dell’alveare

Il miele è la sostanza che le api producono prelevando il nettare dei fiori e combinandolo con alcune sostanze specifiche proprie. Solo in Italia ne esistono oltre 50 varietà, che dipendono dalla provenienza e dal tipo di fiori di cui si sono nutrite le api. Ne derivano mieli di colori, sapori e proprietà nutrizionali diversi, come il miele d’acacia, di castagno, di tiglio, millefiori o di eucalipto: conoscerne le proprietà permetterà poi di consumarli nel modo migliore, che sia mescolato nel tè o in una tazza di latte caldo o abbinati a formaggi o carne. Dal punto di vista chimico, il miele è composto principalmente da fruttosio, glucosio e acqua. Troviamo inoltre vitamine, minerali, aminoacidi, elettroliti, enzimi e flavonoidi, con effetti positivi sulla salute. Numerosi studi hanno confermato infatti che il miele ha un importante ruolo nel miglioramento microbico intestinale, del mal di gola e, in generale, di diverse condizioni respiratorie. L’effetto medicinale del miele può essere dovuto alle sue proprietà antibatteriche, apoptotiche (aiuta cioè a eliminare le cellule malate o infette) e antinfiammatorie. Molte delle proprietà del miele, tuttavia, restano ancora sconosciute. Ci sono però alcune questioni che non vanno sottovalutate: in primis, anche se l’apporto calorico del miele – di qualsiasi tipo si tratti – è inferiore a quello dello zucchero (304 calorie contro le 384 per 100 grammi), il miele ha proprietà dolcificanti maggiori infatti è usato per dolcificare ricette e bevande. Se il quantitativo zucchero/miele resta invariato, si trae un reale vantaggio in termini calorici ma questo può tradursi nella tendenza del consumatore ad assumerne in quantità maggiore, con conseguenze importanti sul rialzo di glicemia e trigliceridi, perciò devono tenerne conto soggetti particolarmente a rischio (diabetici, insulino-resistenti e dislipidemici).

Come inserire il miele nella dieta? Se si parla di soggetti sani in cui non sono presenti patologie particolari, può essere consumato a colazione, magari aggiunto a uno yogurt bianco con qualche noce o alla ricotta fresca, oppure spalmato su una fetta di pane fresco, magari integrale o ai cereali, o ancora impiegato per dolcificare tè, tisane e camomilla.

Ci sono varie tipologie di miele, quelle più conosciute sono:

Il miele d’acacia, che è un miele monofloreale, ottenuto da api che attingono esclusivamente dalla pianta di acacia. È tra i più comuni e utilizzati ed è molto diffuso in Italia. Ha una consistenza liquida, di colore giallo chiaro, quasi completamente incolore. Il profumo è molto tenue, e il sapore molto dolce e delicato, quasi vanigliato. E’ il miele indicato per i bambini. Vanta numerose proprietà per la cura di patologie soprattutto relative all’apparato respiratorio, come mal di gola, catarro, congestione nasale, tosse. Corroborante, lassativo, antinfiammatorio, viene usato anche contro l’acidità di stomaco. In cucina è usato come dolcificante naturale al posto dello zucchero. Viene utilizzato nel caffè, tè, latte, yogurt. Nell’abbinamento più classico, con i formaggi, si sposa bene con gorgonzola, provolone e pecorino.

Millefiori che è tra i mieli più comuni e diffusi. E’ un plurifloreale, perché ricavato dal nettare di svariate specie di fiori, come suggerisce il nome. Liquido, e dal colore più o meno intenso a seconda della stagione e dei fiori della zona. Anche profumo e sapore si diversificano molto in base alla tipologia di fiori e dal territorio. Efficace contro la sindrome influenzale, decongestionante e calmante della tosse. Funzione detox per il fegato, diuretico. Fissa il calcio e il magnesio nelle ossa.

Il miele di castagno che è un particolare miele ottenuto dai fiori del castagno e prodotto nei mesi caldi, tra giugno e ottobre. Il colore e la consistenza lo differenziano dagli altri tipi di miele. Originario soprattutto delle zone del Mediterraneo: Italia, Grecia e Francia, nelle zone montuose oltre i 400 mt. Molto ricco di fruttosio e non particolarmente cristallizzato. Di colore molto scuro, quasi nero, è parecchio aromatico e decisamente meno dolce degli altri tipi di miele. Ha un retrogusto tendente all’amarognolo che lo rendono ideale nella preparazione di piatti salati come carne e formaggi. Emolliente e lubrificante, aiuta a guarire dai disturbi respiratori e dalla tosse persistente, lenisce i problemi di digestione causati da ulcere gastriche. Antinfiammatorio e antibatterico. È anche un antiossidante naturale: la presenza di acido fenolico aiuta a combattere i radicali liberi e quindi a ritardare l’invecchiamento cellulare. Non solo, favorisce la circolazione sanguigna, è antispasmodico, e disinfettante delle vie urinarie. Si abbina a carni e a formaggi come caciocavallo, caprini, parmigiano, ed erborinati.

Il miele di eucalipto che è un miele monofloreale prodotto dalle api che succhiano il nettare dall’Eucalyptus. E’ di colore ambrato medio, dal profumo intenso che ricorda quasi i funghi secchi. Il sapore, invece, è molto aromatico, quasi effetto “mou”. ll miele d’eucalipto è molto ricco di flavonoidi quindi antiossidante perché in grado di ridurre i radicali liberi. Utilizzato anche per contrastare infezioni urinarie, cistite e disturbi intestinali. Abbinato a formaggi stagionati come grana padano e il parmigiano reggiano o trentino, ma anche nella preparazione di secondi di pesce e verdure.

Attenzione neo mamme, pur essendo un ottimo prodotto, estremamente indicato nell’alimentazione in età pediatrica e adulta, il miele, non va somministrato ai bambini di età inferiore all’anno. «Questo perché può essere la causa dello sviluppo del botulismo nel lattante». Il miele, infatti, può essere il veicolo di spore che, a loro volta, possono produrre la tossina botulinica e quindi causare un’intossicazione alimentare che può portare in tempi rapidissimi a una paralisi generale del corpo e, soprattutto, a quella dell’apparato respiratorio. «L’intestino del neonato non è ancora in grado di bloccare le spore, perché la flora batterica è immatura, quindi quando arrivano trovano terreno fertile per moltiplicarsi, sviluppando poi la malattia. Crescendo, la flora batterica diviene più adeguata e bilanciata, con una maggiore capacità difensiva, quindi espelle le spore senza che abbiano la possibilità di sviluppare la tossina». Fortunatamente, i casi di botulismo infantile sono rari ma solo in Italia si è registrata la metà di tutti quelli che sono avvenuti in Europa. Quindi è importante continuare a fare attenzione e attenersi al divieto di somministrare il miele ai neonati. Date queste indicazioni ben si comprende come non sia indicato intingere il ciuccio nel miele, come facevano le nostre nonne, per fare in modo che i neonati lo prendano o per calmarli se piangono. «Una regola che vale anche quando i bambini sono più grandi e anche per tutti gli altri prodotti in commercio da applicare sul ciuccio anche perché un abuso di sostanze dolci può essere alla radice di carie e problemi di igiene orale nei bambini».

Clara Iadevaia

Clara Iadevaia

Farmacista e biologa nutrizionista iscritta all'albo dal 2015