Cibo e sostenibilità
Quando parliamo di sostenibilità delle filiere alimentari ci riferiamo ad azioni spesso complementari ma innumerevoli e inserite in tutte le attività e i processi di produzione a cominciare “dal campo alla tavola”.
Diminuire l’impatto di una delle filiere più redditizie dell’economia nazionale significa tra l’altro assolvere ad un obiettivo stabilito dallo European Green Deal, l’ambizioso programma che dovrebbe rendere sostenibile entro il 2050 l’economia europea, portandoci a un Europa “senza emissioni nette di gas serra, con una crescita economica disaccoppiata dall’uso delle risorse e senza che regioni e popolazioni ovunque vengano lasciate indietro”.
L’agroalimentare italiano si inserisce quindi in un quadro complesso, ma vince ancora la provenienza del cibo, emerge una maggior consapevolezza nel pretendere da brand e retailer chiarezza e trasparenza dei processi con il supporto della tecnologia. La tracciabilità degli alimenti sembra essere ancora il principale indicatore che orienta la spesa e la scelta di un posto dove mangiare, che fa la differenza insomma. Sono ancora le donne (3 su 5) e i baby boomers (63%) a ritenere un valore i metodi di tracciabilità dei cibi, perché permettono di garantire l’autenticità dei prodotti, fornendo informazioni certificate su provenienza, freschezza e processo di lavorazione.
Affidati alla selezione del Club del Gusto che fa della selezione dei prodotti un elemento imprescindibile nel suggerirti scelte alimentati sia come cibo che come location.
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