Pasqua e cioccolato per chi è a dieta
La Pasqua è alle porte, e i negozi sono pieni di uova di cioccolato, ma come si fa se si è a dieta? La maggior parte delle persone pensa sia consigliabile mangiare solo il cioccolato fondente. Bene, questo articolo ci spiega che… non è assolutamente così! Allora buona lettura e una Santa Pasqua a tutti. Il mondo del cioccolato è così ricco, arricchito di storia e colori che è impossibile parlarne in un solo articolo: cercherò di essere sintetica e di arrivare dritta al punto.
Innanzitutto un po’ di storia: in origine si trattava di uova vere e proprie, che le civiltà antiche (come i Persiani e gli Egizi) decoravano in modo rudimentale e regalavano ai propri cari all’inizio della Primavera, quando la natura tornava a rinascere nel passato. Nella tradizione Cristiana, poi, l’uovo è diventato un simbolo della resurrezione di Gesù dal sepolcro. A Pasqua le uova di gallina, e non uova di cioccolato, erano un dono che portava bene e che augurava fortuna e prosperità. Questo perché nella Settimana Santa era proibito mangiare uova, quindi tutte quelle deposte dalle galline in quei 7 giorni, venivano dipinte e regalate ai bambini. Per rappresentare la fertilità e la forza vitale non c’è niente di più adatto di un uovo che, schiudendosi, farà nascere un pulcino! Ed è proprio questo il significato delle uova di Pasqua… Ma come si è passati dalle uova vere a quelle di cioccolato? Molti fanno risalire l’invenzione dell’uovo di Pasqua moderno, così come lo conosciamo noi, ai primi del Settecento, quando Luigi XIV (il famigerato Re Sole) chiese ai suoi maître chocolatier di corte di riempire il guscio di un uovo con della crema al cacao. Un’idea golosa e originale! Nella storia dell’uovo di Pasqua che abbiamo ripercorso, però, manca un passaggio fondamentale: chi è stato il primo a creare le uova di Pasqua con sorpresa? In molti sono convinti che ad ispirare questa idea sia stato l’orafo russo Fabergé, celebre per le sue uova a matrioska: realizzate in materiali preziosi come l’oro o il platino smaltato, queste meravigliose opere d’arte contenevano al loro interno dei doni altrettanto preziosi come gioielli, diamanti e orologi. Altri, invece, sostengono che già nel Settecento – quindi più di cent’anni prima – i pasticcieri piemontesi avevano l’abitudine di inserire dei piccoli doni all’interno delle uova di cioccolato.
Caratteristiche del cioccolato
Il cioccolato deriva dalla pianta theobroma cacao, nome scientifico dato da Linneo, il cui frutto era definito anche, nella terra natìa, cibo degli Dei. Di cacao ne esistono diverse varietà, tutte con aromi diversificati: una volta che il produttore di cioccolato sceglie la sua varietà, solitamente originari dal Venezuela, Repubblica Domenicana o Brasile, i semi vengono fermentati e poi tostati e poi viene separato il burro di cacao dalla massa di cacao. A questo punto, in base a quale tipologia di cioccolato si desidera produrre (bianco, al latte, fondente) viene aggiunto in percentuale variabile la massa di cacao, burro di cacao, latte in polvere, zucchero e lecitina. Quest’ultimo è un emulsionante che conferisce la consistenza desiderata. Quindi, il cioccolato fondente, al latte e bianco contengono percentuali diverse di cacao, massa di cacao, burro di cacao, zucchero e latte. Il cioccolato nero è più grasso e tendenzialmente più amaro: infatti non aggiungendo latte, più è alta la percentuale di cacao, più questo è amaro perché conterrà in proporzione meno zuccheri. Di conseguenza, più il cioccolato è nero, fondente, più è calorico. Questo perché un grammo di grasso presenta più del doppio delle calorie contenute in un grammo di zucchero (un grammo di zucchero possiede solo 4 calorie, 1 grammo di grassi ben 9). Seguendo questo ragionamento, il cioccolato al latte è molto meno calorico di quello fondente: una tavoletta di cioccolato al latte di una nota marca, presenta, ad esempio, per 100g: 557kcal, 34,4g di grassi e 53,3g di carboidrati; della stessa marca, andiamo a leggere i valori nutrizionali del corrispettivo fondente al 99% di cacao: 622kcal, ben 53,3g grassi e 16,3g di carboidrati.
Il cioccolato bianco invece, non si potrebbe nemmeno chiamare in questo modo, poiché non contiene cacao. Il cioccolato fondente e al latte contengono i flavonoidi: composti fenolici prodotti da piante (e il cacao non fa eccezione) che apportano grandi benefici ai consumatori. Come ho precedentemente illustrato, il cioccolato bianco non si potrebbe nemmeno definire tale in quanto non contiene cacao:
questo quindi significa che, consumando questo alimento goloso, non possiamo usufruire dei grandi effetti benefici per la nostra salute di queste sostanze preziose. Maggiore è la percentuale di cacao contenuta in una tavoletta di cioccolato, maggiore sarà la quantità di flavonoidi presenti nella stessa. Un consumo di flavonoidi è associato ad un aumento di colesterolo HDL (quello “buono”) e una impattante riduzione di quello LDL (il colesterolo invece “cattivo”). Inoltre questi fenomenali antiossidanti migliorano la salute delle arterie, migliorano lo stato ipertensivo e riducono gli stati infiammatori sistemici. Il cioccolato poi ci regala gioia grazie alle sue ingenti quantità di triptofano, il precursore della serotonina, l’ormone che regola il tono dell’umore. Inoltre, la serotonina insieme alla presenza di tiramina e feniletilamina attiva una sorta di “dipendenza” da questo alimento. Questo spiegherebbe il perché non appena apriamo il fantomatico Uovo di Pasqua rischiamo di finirlo tutto!
Il cioccolato però intacca alcuni farmaci come quelli riguardanti il sistema pressorio e circolatorio, infatti è bene consumare l’uovo di pasqua lontano dalla somministrazione di antidepressivi, sonniferi, antipsicotici, antiepilettici. Oltretutto è sconsigliato mangiarne in caso di fenilchetonuria, reflusso gastro-esofageo, sindrome del colon irritabile ed ernia iatale.
Allora quale uovo di Pasqua è il migliore, quello fondente, al latte o bianco?
Analizzando quanto riportato sopra, sarebbe semplice tirare le somme è affermare che il vero cioccolato, quello che fa più bene e quello che ci apporta più benefici è il fondente con un’elevata percentuale di cacao ma abbiamo visto però che contestualmente è il più calorico. Quindi? La verità è che non esiste un uovo migliore degli altri: mangiare l’uovo di cioccolato, deve essere un momento di piacere, una coccola che ci concediamo giornalmente o più raramente, un momento per noi e per il nostro benessere anzitutto mentale e poi fisico perché i flavonoidi, il magnesio, il potassio e tutti gli elementi di cui il cioccolato vanta un’ingente quantità sono presenti anche in altri alimenti come frutta e verdura. Perché quindi dovremmo scegliere quale uovo di Pasqua mangiare, alimento che acquistiamo solo una volta all’anno, in base ai benefici che quel singolo alimento dovrebbe apportarci? E’ davvero il consumo di un singolo uovo di Pasqua a migliorare o peggiorare il nostro stato di salute? Se si segue la dieta mediterranea sotto ogni aspetto, oppure se si riesce ad incastrare la giusta quantità di frutta e verdura, la varietà degli alimenti, la grammatura corretta, non sarà l’uovo di Pasqua una volta all’anno ad inficiare il nostro stato di salute peggiorandolo. Abbiamo quindi il coraggio di allontanare l’ansia del mangiar bene e la voglia di essere perfetti anche nei momenti di piacere e acquistiamo il nostro uovo di Pasqua preferito: bianco, al pistacchio, al caramello salato o il fantomatico fondente, e di nuovo buona Pasqua a tutti!
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